Regia: Leonardo D’Agostini
Cast: L. Casta, A. Carpenzano, C. Dell’Anna, L. Gavino, M. Sgueglia
Carla è francese, ha tre figli e un marito violento, Vito, che per un ventennio l’ha riempita di botte e di minacce. A nulla sono valse le denunce e i ricoveri della donna ma finalmente, grazie all’aiuto di una struttura per donne vittime di violenza domestica, è riuscita a separarsi. Ma Vito non si rassegna, e nonostante abbia un’amante da oltre un decennio continua a considerare Carla sua esclusiva proprietà. Per il suo quinto compleanno la figlia minore della coppia, Mara, chiede alla madre di festeggiare anche col papà, e Carla acconsente. Quel che succede dopo condurrà alla morte di Vito e all’arresto di Carla con l’accusa di omicidio premeditato e non, come asserisce la donna, per legittima difesa. Tantopiù che anche lei ha un amante che potrebbe averla assistita nell’organizzare il delitto.
“Cronaca di una tragedia annunciata” potrebbe essere il sottotitolo del film, del resto “l’abbiamo sempre saputo che finiva male”, è la frase che si ripetono un po’ tutti, in particolare i figli Nicola e Rosa. E qui il punto non è tanto capire se alla fine i giudici riconosceranno a Carla l’attenuante della legittima difesa, quanto allargare il punto di vista sul vissuto di un microcosmo familiare che per decenni ha introiettato quelle violenze proteggendosi come meglio poteva. Rispetto a Il campione, riuscitissima commedia amara e dai toni crepuscolari , Leonardo D’Agostini cambia completamente registro; questa volta con un occhio rivolto agli esempi più classici del genere, firma un noir che alterna alla vicenda processuale la cronaca del dramma familiare, dove gli episodi della violenza domestica sono relegati nei pochi e brevi flashback che hanno il compito di evocarla. l film esplora personaggi con “dilemmi morali impossibili” e solleva interrogativi: cosa succede ai figli di una madre che ha subito soprusi per venti anni? E quanto è disposta a pagare una donna vittima di violenza per salvarsi la vita? In “Una storia nera” nulla ha un contorno ben definito e il confine tra vittima e carnefice resta labile, soprattutto nella percezione della figlia Rosa, poco disposta a perdonare alla madre un gesto così estremo. Di tutt’altro avviso è invece il figlio maggiore a cui Carla affida la responsabilità di “pensare alle sue sorelle” e tenere unito ciò che rimane della famiglia: ma il rischio è che Nicola finisca per riproporre quel maschile violento e tossico contro cui Carla ha deciso di ribellarsi. Lo si avverte in diverse occasioni che culmineranno nella scena in cui il ragazzo finisce per scaricare la propria rabbia sulla sorella più grande, la strattona, le urla contro e le dà uno schiaffo. Non tutto scorre alla perfezione soprattutto per dei passaggi poco plausibili, a funzionare invece è tutta la parte processuale scandita dalla giusta tensione e dall’incalzare della pruriginose (e queste sì, ahinoi verosimili) domande dell’accusa nel tentativo di scandagliare la vita sentimentale della protagonista con il nuovo compagno. I punti in comune con un’altra “storia nera” di questa stagione cinematografica, “Anatomia di una caduta”, sono più di uno: la morte misteriosa di un uomo, anche se qui la dinamica sembra rivelarsi sin da subito molto più chiara, e una donna alla sbarra degli imputati. Ad essere diversa è la resa meno tesa e con colpi di scena non così imprevedibili.
Giovedì 21 Nov.
Lunedì 25 Nov.
- Giovedì: 18.30 - 21.15
- Lunedì: 16.00 - 18.30 - 21.15
Thriller
100 minuti
Incluso in abbonamento